Brano: [...]ressi dell’ospedale era appostata in permanenza una formazione partigiana, incaricata all’occorrenza di difenderlo. L’ospedàle funzionò durante tutto il periodo m cui Montefiorino fu « zona libera ». Sgomberato alla fine del luglio 1944, in seguito all’offensiva tedesca e alla ritirata delle formazioni, partigiane, venne incendiato qualche giorno dopo dai tedeschi.

L’episodio della distruzione dell’ospedale è ricordato in una relazione di don Mario Prandi, parroco partigiano di Fontanaluccia: « Nel pomeriggio del 31 luglio giunsero staffette con notizie sempre più allarmanti. Si decise perciò di cominciare a sloggiare i feriti. I meno gravi furono incolonnati verso Rovolo. Questo fatto seminò il panico tra i ricoverati, la popolazione timorosa di rappresaglie e gli stessi partigiani.

Purtroppo verso le 5 del pomeriggio non c’era più nessuno. Rimanevano ancora una quindicina di feriti più gravi da trasportare e da nascondere. A questo compito si dedicarono il prof. Marconi, alcuni paesani, il parroco, le suore e la Vida, l’ammirevole infermi[...]